Quando un nipote abbandona l’università e sembra aver perso ogni motivazione, la preoccupazione di una nonna è comprensibile e naturale. Quel ragazzo che avete visto crescere, con i suoi sogni e le sue aspirazioni, ora appare senza direzione, quasi spento. Come nonne, vi trovate in una posizione particolare: abbastanza vicine per cogliere i segnali di disagio, ma sufficientemente distanti dalla dinamica quotidiana tra genitori e figli per offrire una prospettiva diversa e meno carica di aspettative.
Il ruolo unico dei nonni nella vita dei giovani adulti
La figura dei nonni rappresenta spesso un rifugio emotivo sicuro, uno spazio libero dal peso delle aspettative che inevitabilmente caratterizza il rapporto con i genitori. Gli studi sulle relazioni intergenerazionali mostrano che i nonni possono svolgere un ruolo cruciale di supporto emotivo per adolescenti e giovani adulti, offrendo uno spazio percepito come meno giudicante. Questa posizione privilegiata può trasformarvi in mediatrici preziose, capaci di costruire ponti dove sembrano esserci solo incomprensioni.
La tentazione di intervenire direttamente con consigli o rimproveri è forte, ma raramente produce risultati positivi. I giovani adulti nella fascia 20-25 anni attraversano quella che lo psicologo Jeffrey Jensen Arnett ha definito età adulta emergente, un periodo caratterizzato da esplorazione identitaria, instabilità e transizioni frequenti. L’abbandono universitario non è necessariamente un fallimento, ma può rappresentare un momento di riflessione e riorientamento necessario.
Comprendere le ragioni nascoste dietro l’abbandono
Prima di lasciarvi sopraffare dalla preoccupazione, considerate che dietro l’apparente mancanza di motivazione potrebbero celarsi problematiche più complesse e profonde. Una grande indagine condotta in ventuno Paesi ha mostrato che i disturbi mentali insorgono spesso proprio in età universitaria e sono ampiamente sottotrattati. Ricerche successive indicano che ansia e depressione sono tra i principali fattori associati a scarso rendimento accademico, ritardi nel percorso e rischio di abbandono degli studi.
Segnali da non sottovalutare
- Isolamento sociale progressivo e ritiro dalle attività che prima lo appassionavano
- Alterazioni significative nei ritmi sonno-veglia o nelle abitudini alimentari
- Irritabilità insolita o apatia persistente che dura oltre alcune settimane
- Autocritica eccessiva o commenti negativi ricorrenti su se stesso
- Evitamento sistematico di conversazioni sul futuro
Se notate questi elementi nel comportamento di vostro nipote, la questione potrebbe richiedere un supporto professionale che va oltre il sostegno familiare, per quanto amorevole e presente.
Come costruire un dialogo efficace
Il dialogo costruttivo con un giovane adulto demotivato richiede finezza e sensibilità. Evitate domande dirette e pressanti come “Cosa farai della tua vita?” che spesso generano solo difensività e chiusura. Approcci comunicativi basati sull’ascolto empatico e su domande aperte favoriscono una maggiore disponibilità dei giovani a condividere pensieri e preoccupazioni. Privilegiate quindi conversazioni apparentemente casuali durante attività condivise: preparare insieme una ricetta tradizionale, sistemare il giardino, o semplicemente passeggiare crea contesti più favorevoli alla confidenza spontanea.
Quando vostro nipote accenna qualcosa che lo interessa, anche marginalmente, mostrate curiosità autentica. Non trasformate immediatamente ogni interesse in un possibile percorso professionale. Se menziona un videogioco, chiedete cosa lo affascina di quella storia. Se parla di un documentario visto per caso, approfondite quale argomento lo ha colpito. Questi frammenti apparentemente insignificanti possono rivelare passioni nascoste che lui stesso non ha ancora riconosciuto come tali. L’orientamento efficace, infatti, parte spesso dall’esplorazione di interessi e valori personali prima che da scelte concrete di carriera.

Collaborare con i genitori senza invadere gli spazi
La relazione con i genitori di vostro nipote richiede un equilibrio delicato e rispettoso. Potrebbero sentirsi già inadeguati o frustrati dalla situazione. Evitate frasi come “Ai miei tempi non succedevano queste cose” che sminuiscono la complessità della realtà attuale. Il mercato del lavoro odierno è caratterizzato da maggiore precarietà e percorsi meno lineari rispetto alle generazioni precedenti, con giovani che affrontano condizioni strutturali profondamente diverse da quelle del passato.
Proponete piuttosto un approccio coordinato: offrire a vostro nipote di trascorrere del tempo con voi, alleggerendo la tensione domestica. Questo non significa sostituirvi ai genitori o minare la loro autorità, ma creare uno spazio alternativo dove il giovane possa respirare e riflettere senza la pressione quotidiana delle aspettative deluse.
Il potere delle storie e dell’esempio
I giovani adulti rispondono meglio alle narrazioni che alle prediche. Il modo in cui le persone organizzano la propria storia di vita in forma di racconto è cruciale per il benessere psicologico e per dare senso a crisi e cambiamenti. Raccontate di persone che conoscete che hanno trovato la propria strada in modi non convenzionali, che hanno cambiato direzione più volte prima di trovare soddisfazione. Condividete, se possibile, anche momenti di incertezza della vostra vita, umanizzando l’esperienza dell’insuccesso.
Potreste anche introdurre delicatamente vostro nipote a contesti stimolanti, senza etichettarli come “opportunità di lavoro”. Un museo, un evento culturale, persino un podcast interessante possono riaccendere scintille di curiosità che sembravano spente. A volte basta poco per riaprire una finestra su possibilità che sembravano precluse.
Sostenere concretamente senza sostituirsi alle sue scelte
Il vostro contributo può essere anche pratico e tangibile. Offrite di finanziare un corso breve che lo incuriosisce, anche se apparentemente “inutile” dal punto di vista professionale immediato. Esperienze extracurricolari e attività creative sono spesso associate a maggior esplorazione di sé e sviluppo di competenze trasversali utili in molti contesti. Un workshop di fotografia, un corso di cucina etnica, una lezione di teatro potrebbero sembrarvi irrilevanti, ma spesso sono proprio le esperienze laterali a riaprire prospettive bloccate.
Questa fase della vita, per quanto preoccupante da osservare, potrebbe rivelarsi un periodo di incubazione necessario. Chi esplora diversi ruoli e possibilità prima di impegnarsi stabilmente tende, a lungo termine, a mostrare maggiore soddisfazione per le proprie scelte e una migliore adattabilità. Il vostro compito non è accelerare questo processo, ma renderlo meno solitario e disperato, offrendo quella rete di sicurezza emotiva che solo i nonni sanno tessere con pazienza e amore incondizionato. La vostra presenza costante, non giudicante e fiduciosa può fare la differenza tra un momento di crisi che diventa traumatico e uno che si trasforma in un’opportunità di crescita autentica.
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